La differenza del campione: fidati del modello, dimentica gli errori


Carlos Alcaraz lo abbiamo visto vincere in successione sul connazionale Nadal e Novak Djocovic nel Master 1000 di Madrid, ma soprattutto è stato possibile notare la sicurezza tecnica con cui ha affrontato i momenti delicati di due partite combattute ed incerte nel risultato.  Quest’anno ha già vinto quattro tornei di cui due sono Master 1000 (Rio De Janeiro, Miami, Barcellona e Madrid). Il salto di qualità rispetto agli anni precedenti è notevole, infatti nel 2021 i successi erano limitati al Challenger  di Oreiras, al torneo di Umago e alle Next Gen Finals, che, in questo caso sembrano essere state predittive.  Nel 2020 era uscito vittorioso dai tre Challenger di Alicante, Barcellona e Trieste; in più aveva inanellato due vittorie negli ITF di Manacor.  A cosa è dovuta la notevole differenza e la crescita così evidente del giocatore di El Palmar?

La scioltezza, la sicurezza delle esecuzioni e la continuità di gioco anche nei momenti delicati delle partite sono una caratteristica preziosa di questo atleta, il quale riesce a far sembrare i punti e i colpi che li compongono come un unico elemento. Non, quindi, una serie di esecuzioni in successione, ma un insieme atletico e armonico di colpi e spostamenti senza interruzioni apparenti, senza soluzioni di continuità.

Come si raggiunge tale sicurezza? Qual’ è il segreto di questa fluidità? Un aspetto da non sottovalutare, una volta acquisita la tecnica, è quello psicologico di riuscire  a dimenticare gli errori per continuare a rimanere concentrati sul gioco. Gli errori capitano, accadono, è opportuno dimenticarsene e rimanere focalizzati sulla partita. Recriminare su ciò che è accaduto ed è andato storto, è controproducente, drena risorse, induce distrazione, fa perdere il focus. Bisogna risalire in sella senza indugiare.

Ma l’aspetto mentale non è il solo a cui prestare attenzione, c’è un aspetto tecnico connesso ed essenziale che è mutuabile dagli sport ad alta velocità come la Formula 1.  Ad alte velocità il cervello umano non ha un chiaro feedback sull’errore commesso. Non riusciamo a capire con certezza cosa è andato storto. Un pilota che fa un’incidente a 200 chilometri orari non si rende conto con chiarezza di cosa è accaduto nello specifico, è quindi opportuno dimenticarsi dell’incidente per tornare a correre. Ripensare all’accaduto per cercare di capirne le cause non solo è inutile ma rischia di essere controproducente al fine di ritrovare sicurezza e scioltezza di guida.  Anche nella vita comune l’attimo in cui perdiamo il controllo, in un banale incidente, rimane quasi imperscrutabile. Cos’è accaduto? Cosa è successo? Attimi. 

La situazione non è diversa nel tennis se consideriamo che quasi ogni impatto, in situazioni di competizione ad alti livelli avviene a velocità superiori a 200 chilometri orari. Infatti per calcolare la velocità a cui avviene la collisione di un dritto o un rovescio dobbiamo sommare la velocità della pallina alla velocità del braccio racchetta, la quale supera i 90 chilometri orari anche in atleti non di livello internazionale. A queste velocità è inutile interrogarsi sulle cause dell’errore, la nostra mente non si rende conto di cosa è accaduto con precisione.  Dobbiamo dimenticare l’accaduto e continuare fidarci del modello esecutivo acquisito negli anni di allenamento. Si tratta di una capacità che si acquisisce con il tempo e che Carlos Alcaraz sembra avere interiorizzato con un’abilità non comune quando lo vediamo muoversi tra uno swing e l’altro psicologicamente impermeabile agli eventuali errori che si possono commettere. L’oblio per l’errore e la fiducia nel modello esecutivo è l’approccio mentale del campione.

Naturalmente per raggiungere certi livelli di sicurezza occorre allenamento ma anche la sicurezza tecnica che il modello esecutivo di riferimento acquisito poggi su fondamenta scientifiche e quindi certe. La fiducia nei colpi e la consapevolezza che quello che si andrà ad eseguire sarà il gesto migliore che si può fare in determinate circostanze derivano da un lungo processo di feedback in allenamento e da una visione razionale del modello esecutivo.

Il dubbio e l’incertezza saranno, al contrario, fonte di limitazioni, insicurezze ed errori che mineranno alla base ogni fluidità e scioltezza di gioco.  Imparare a fidarsi del modello esecutivo e dimenticare gli errori è una grande abilità dei campioni e degli atleti di alto livello; abilità che va curata e migliorata con il tempo e che deve poggiare su di una tecnica cristallina. Lo spagnolo sembra avere sviluppato una granitica sicurezza in questo senso, si vede dal suo atteggiamento in campo, dal modo in cui si muove, dalla prossemica, dalla morbidezza del gesto, che non è strappato ma deciso, sicuro.

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