Il tennis, una farfalla, Jannik Sinner, il caos e il diavolo

Un effetto farfalla

Il tennis non è lo sport del diavolo, c'è un'oscillazione che è caotica ed è quella del doppio pendolo. Questo rende difficile il suo controllo soprattutto riguardo ai tempi di impatto. E' necessario unire qualche concetto di fisica con le sensazioni di gioco.

Il problema non riguarda nemmeno tanto l'area di impatto, oggi molto ampia, ma il tempo dell'oscillazione della racchetta. Questa condizione può provocare ritardi e anticipi sull'impatto, difficili da controllare soprattutto quando cambia la velocità di oscillazione.

Nessuno oscilla sempre alla stessa velocità perché la natura del gioco stesso rende necessario avere velocità diverse. Ci sono tre punti di rotazione naturale nel braccio: spalla, gomito e rotazione avambraccio (pronazione e supinazione). Si tratta di un triplo pendolo.

Se è caotico il doppio pendolo figuriamoci il triplo. Uno degli aspetti tecnici più difficili è cercare di controllare l'oscillazione dell'ultimo pendolo (la racchetta) nell'area dell'impatto o prossima all'impatto. Nel ping pong questa azione è molto più semplice.

La racchetta da Ping Pong è infatti molto corta e il suo baricentro è prossimo alla mano del giocatore se non coincidente. Questo permette più facilmente una traslazione dello strumento su proprio baricentro e non una oscillazione di esso all'altezza dell'impugnatura.

Forse è per questo motivo che il Ping Pong non viene associato a nessuno diavolo, nonostante i ritmi di gioco siano infernali e siano richieste delle abilità coordinative eccellenti. Per rendere macroscopicamente l'idea di questa sensazione è opportuno paragonare gli estremi.

Se facciamo oscillare una mazzetta da demolizione o una mazza da baseball il baricentro molto lontano renderà difficile il controllo dell'oscillazione e l'oggetto tenderà a innescare un'oscillazione sul punto dell'impugnatura.

La sensazione diminuirà man mano che il baricentro sarà via via più prossimo alla mano. Anche mantenendo invariato il peso dell'oggetto sarà più facile controllare o addirittura impedire l'oscillazione libera dell'oggetto stesso.

Il rilascio "libero" sull'ultimo asse di rotazione è causa di molti errori nel tennis, perché i tempi di impatto diventano più problematici. Quando impugniamo una racchetta la prima parte del nostro corpo che entra a fare sistema con essa è la mano.

Un effetto istantaneo è quello di aggiungere peso sul punto di presa e come conseguenza il baricentro si sposta con effetti sull'oscillazione. Questo è uno dei motivi per cui alcune persone hanno più facilità e immediatezza di gioco di altre.

Non tutti questi aspetti sono presenti nel romanzo che scrissi più di 2 lustri fa. Li ho approfonditi con il tempo, molte ore di gioco ed esperimenti. Per questo avrebbe bisogno di una revisione per renderlo ancora più completo. Se trovo un grosso editore che ci crede. (La mano di Rod. Il tennis e le scienze del caos).

Poi c'è un altro aspetto che ho approfondito in questi anni e riguarda la lunghezza dei pendoli in oscillazione, ma sono restio a parlarne, perché non ho gli strumenti per fare verifiche e le conoscenze si fermano. Rimarrà una sensazione di gioco empirica.

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