Tennis e simpatia per il diavolo: come accelerare nel caos e colpire con ordine (dritto, rovescio, servizio)

Le oscillazioni caotiche del doppio pendolo

Avendo tolto dio dalla mia vita il diavolo l’ha dovuto seguire di conseguenza. Si è presentata quindi l’occasione di eliminarlo anche dall'immaginario dello sport del tennis.

Questo sport, per le sue difficoltà, è stato spesso associato alla figura del maligno. Una minima distrazione, un tempo d’esecuzione leggermente sbagliato, e un singolo errore può divenire una lunga serie di errori. Una catastrofe. E’ uno sport sensibile a minimi cambiamenti i quali possono generare enormi conseguenze, ma accettare una realtà non significa averla compresa a fondo. Dovremmo chiederci perché questo accade e avendo eliminato la spiegazione esoterica, quella del diavolo, dovremmo indagarne una più esaustiva e meglio comprensibile. Ma un’ultima metafora letteraria può essere utile: infatti se dovessimo associare qualcosa al diavolo una delle caratteristiche sarebbe quella del massimo disordine, del caos, del mondo lasciato a se stesso, dell’assenza di controllo sugli eventi. O no? Meglio non esserne travolti, e, se fosse possibile, sarebbe utile cercare di sfruttarlo a proprio favore. Non controllarlo, non si può controllare il massimo disordine, ma sfruttarlo nelle sue caratteristiche. 

E’ un buon punto di partenza per passare al tennis.

Il moto del doppio pendolo.

Composto da due pendoli, uniti da uno snodo, che si trasferiscono l’energia. Braccio e avambraccio nel nostro caso. Il punto di rotazione può essere il polso o l’avambraccio che con la sua rotazione (pronazione o supinazione) creano un asse di rotazione all'altezza della mano che impugna la racchetta. C'è un piccolo problema il doppio pendolo è un moto tendenzialmente caotico ad alte velocità. Il triplo pendolo è anche peggio. Significa che è altamente sensibile alle condizioni iniziali e soggetto a macroscopici cambiamenti anche per piccole modifiche della lunghezza dei pendoli, velocità, altezza dell’oscillazione, distribuzione dei pesi e massa complessiva. Un caos, appunto.

Il moto del pendolo singolo.

Questo è un oggetto singolo che oscilla su un asse di rotazione a cui è fissato. Si tratta di un moto lineare. Ad ogni cambiamento della lunghezza del pendolo, della sua velocità della sua massa o della distribuzione di questa, corrisponde un mutamento prevedibile, calcolabile e "proporzionale". Talmente preciso che può essere usato per scandire il tempo nell'orologio.

Il pendolo singolo di Djokovic


Quando giochiamo il rilascio anticipato dell’avambraccio innesca un doppio moto pendolare: avambraccio e racchetta. Se lo fate attivamente, se colpite in questo modo la pallina siete nel caos, navigate nel disordine. E' sufficiente un minimo cambiamento iniziale che l’oscillazione del vostro braccio-racchetta è sempre diversa in modo macroscopico.

Perdete il timing? Andate fuori giri? Non date più la colpa al diavolo, è sufficiente una distanza diversa dalla palla con il braccio che si accorcia perché più flesso, o più disteso, per avere un grande cambiamento nell'oscillazione. Partite da altezze diverse, con conseguente ampiezza mutata dell’oscillazione? Avrete lo stesso macroscopico risultato. L’avversario cambia ritmo e avete delle incertezze, alcune esitazioni nella fase di back-swing? Se la vostra fase di collisione è a doppio moto pendolare avrete le stesse conseguenze: poca prevedibilità, effetti farfalla, cambiamenti macroscopici innescati da piccole modifiche. Tutto questo si traduce in errori, molti errori, troppi errori. Per fare un lavoro di precisione e costanza di rendimento non è il massimo. Significa andare a cercare il diavolo per chi ci crede ancora. Anche se la testa della racchetta prendesse, forse, più velocità i margini di errore sarebbero troppo alti. Una velocità un po’ più bassa può essere benissimo compensata da un’inerzia maggiore dovuta al raggio più lungo del pendolo singolo.


Il pendolo singolo di Nadal


Con l’asse di rotazione spalla l’intero braccio e la racchetta rappresentano un unico pendolo che va all'impatto. Ma il diavolo può essere sfruttato se togliamo la animistica personalità agli eventi e li consideriamo per ciò che sono: movimenti con le loro caratteristiche.

Un moto caotico che sia a doppio, triplo, o quadruplo pendolo può essere sfruttato nella fase iniziale quella di accelerazione. Dall'ovalizzazione, in discesa, racchetta, avambraccio e braccio possono passare l'energia l’un l’altro senza la necessità di eccessiva precisione. Serve velocità pura, accelerazione grezza. Può essere fatta nel caos.

Ma i segmenti devono unirsi in unico pendolo nell'area di impatto. Fermo l’avambraccio nella zona di contatto, nessuna tentazione di impartire la rotazione alla palla usando l'avambraccio. Un unico pendolo con perno spalla, un moto prevedibile, lineare, su cui fare affidamento.

Accelerate nel caos e colpite con ordine.


Il pendolo singolo di Roger Federer


Se commette troppi errori, non siete costanti, siete poco precisi, il colpo è debole, vi danno fastidio i cambi di ritmo, andate fuori giri, perdete controllo, non date la colpa al diavolo in fondo la sua figura mitologia infonde simpatia: è solo un tentativo ingenuo di fornire spiegazioni.

La realtà è che con molta probabilità state solo accelerando con ordine e colpendo nel caos di un doppio moto pendolare.




Oscillazioni

Jannik Sinner il predestinato di Darwin e Wallace

Il modo di ragionare è semplice lo devo a Charles Darwin e Wallace. Quando il naturalista inglese si imbatté nell'orchidea cometa si chi...