Il servizio: salto, atterraggio e trasferimento del peso

Un servizio in grado di mettere in difficoltà il proprio avversario deve avere alcune caratteristiche fondamentali le quali riducono i tempi di preparazione della risposta. La varietà di rotazioni e la velocità della palla sono due aspetti in grado di svolgere questo compito. Essere in grado di servire velocemente e imprimendo una buona rotazione alla pallina, sia che si tratti di kick o slice, è un’abilità indispensabile non solo nel tennis professionistico di alto livello, ma anche negli incontri amatoriali di circolo. Con il tempo ridotto l’organizzazione corretta della risposta diviene più difficoltosa, con la conseguenza diretta di un aumento percentuale degli errori in risposta.
Un fattore che consente di migliorare queste due caratteristiche risiede nel riuscire a trasferire il peso del proprio corpo sulla palla nel momento dell’impatto. È naturalmente di fondamentale importanza la velocità del braccio, ma da sola è da considerarsi un'arma spuntata perché non è sufficiente a imprimere sufficiente velocità e rotazione se non in casi sporadici e al prezzo di uno sforzo muscolare eccessivo, poco efficiente, nonché rischioso a causa di un aumento delle probabilità di infortunio.

Al fine di ottenere un gesto morbido, fluido, meno muscolare e con una maggiore efficienza riguardo a velocità e rotazioni è necessario avere un corretto trasferimento del peso del corpo.

Due sono gli aspetti tecnici su cui soffermarsi che svolgono un ruolo cruciale per ottenere l’obiettivo desiderato:
    1. La rotazione delle spalle in sincronia con il progressivo allungo del braccio dopo il mulinello;
    2. L’intenzione di effettuare un passo in direzione del campo che, nel servizio agonistico, diviene un salto.
Questi due fattori insieme forniscono quanto necessario per migliorare progressivamente il proprio servizio.
La rotazione delle spalle, come accade anche nel dritto, permette di non rimanere “chiusi” lateralmente nei confronti della rete ma di mettersi in una posizione più frontale che migliora anche la visione. In più consente di mantenere la velocità del braccio o di aumentarla utilizzando la leva produttiva della torsione delle spalle, condizione che si verifica in modo simile anche nel dritto. Ma c’è un ulteriore vantaggio che può essere considerato una conseguenza indiretta ma molto importante: la rotazione permette di trasferire il peso del corpo nella direzione dell'impatto.
Questo movimento in sincronia con il muoversi di un passo o con un salto nella direzione del campo consente di raggiungere il risultato voluto: imprimere maggiore velocità e rotazione al colpo del servizio utilizzando il peso del proprio corpo.

Per quanto riguarda il passo in direzione del campo è opportuno fare alcune ulteriori considerazioni. All’inizio della fase di apprendimento le gambe si muovono spingendo in alto e in avanti me senza staccarsi dal terreno. Il trasferimento del peso avviene come se volessimo camminare nella direzione in cui si vuole indirizzare la palla. Sarà pertanto la gamba ed il piede che sono dal lato della racchetta ad entrare per primi nel campo come risultato della rotazione e dell'accompagnamento del colpo con il proprio corpo.
Con il tempo, man mano che si progredisce con la tecnica, sarà opportuno imparare a saltare in ricerca attiva della palla sia per guadagnare centimetri in altezza sia per imprimere maggiore energia al colpo. Il meccanismo della spinta di gambe può essere eseguito in modi che differiscono leggermente tra di loro.

Una prima soluzione risiede nella possibilità di saltare direttamente dopo aver preso un appoggio ampio ma naturale delle gambe. In questo caso la rotazione del corpo avviene totalmente in fase aerea. Il corpo in fase di lancio si prepara immediatamente al salto piegando le gambe.

Una seconda possibilità, più diffusa tra le donne, è quella che, sempre partendo da una base ampia, avvicina il piede del lato racchetta all’altro per poi saltare. In questo modo la rotazione rischia di non avviene totalmente in fase aerea ma di iniziare con i piedi che sono ancora atterra per poi saltare successivamente. E’ un tipo di servizio con il quale, in linea generale, si acquisisce meno energia da trasferire sulla palla.

C’è poi un’altra considerazione da fare per il primo caso e riguarda il piede con cui si atterra in campo dopo il colpo. La soluzione più diffusa è quella di atterrare con la gamba dal lato che non impugna la racchetta. Ma ci sono stati giocatori come Boris Becker che invece atterravano con il piede dal lato della racchetta. Questa seconda soluzione facilita una rotazione completa del corpo in fase finale e l'avanzamento in direzione della palla e del campo. Inoltre la rotazione, dal punto di vista cinestetico, sembra essere innescata in modo più omogeneo da entrambi lati del proprio corpo.

Una controindicazione può essere data dal fatto che si rischia di andare in extra rotazione perdendo energia da scaricare sulla linea del colpo; potrebbe essere inoltre più difficile mantenere un equilibrio dinamico. E’ come se si compisse un intero passo in aria per appoggiare la gamba che era arretrata.

Nel caso di atterraggio con la gamba dal lato senza racchetta vi è meno avanzamento verso la rete e la rotazione delle spalle e del corpo si compie come se non concludesse un passo all’interno del campo. La rotazione, innescata con maggiore intensità dal lato del corpo che non impugna la racchetta, con un movimento che si conclude maggiormente su se stesso, permette una ricaduta sulla gamba che era davanti anche al momento dell’inizio dell’esecuzione.

Ritengo sia opportuno provare entrambi i modi di colpire per poi trovare quello con cui ci si trova meglio e si ha più sicurezza.


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