Il dritto di John McEnroe, perché pagò dazio a Ivan Lendl. Agassi tira troppo forte

John McEnroe la posizione del polso
nell'esecuzione del dritto
John McEnroe è stato uno dei più giocatori più talentuosi del circuito. Con sette titoli  dello slam vinti tra Londra e New York non può essere considerato oggi tra i più vincenti, considerato che sia Federer, Nadal che Djokovic hanno tutti superato la seconda cifra, però è da ritenere sicuramente tra i più talentuosi giocatori che abbiano mai preso una racchetta in mano.
Il talento non è facile da definire. E’ un insieme di molti aspetti e a seconda del punto di vista che usiamo per osservarlo ce ne possono essere di diverse tipologie. In linea generale possiamo stabilire che il talento rappresenti un insieme caratteristiche fisiche, tecniche e mentali che permettono a un individuo di eseguire determinati compiti meglio della maggioranza degli individui.
John è stato sicuramente un maestro nel gioco di volo, le sue abilità nel gestire volée complicatissime rimarranno forse ineguagliabili. Il gioco di volo è un insieme di prontezza di riflessi, sensibilità e intuizione delle traiettorie. Da questo punto di vista non c’è molto da dire sulle sue qualità di John McEnroe.

Può essere utile invece, ai fini di approfondire l'analisi dell’esecuzione dei colpi da fondocampo, prendere in esame di diritto di McEnroe, perché anche in questo caso dimostrò un talento particolare: quello di riuscire ad essere estremamente competitivo nonostante un’esecuzione che evidenzia alcune criticità. Analizzarle può aiutare ad osservare meglio alcune peculiarità esecutive che sono utili per comprendere meglio i concetti di doppio pendolo e pendolo singolo, l’acquisizione di energia gravitazionale potenziale, l'accelerazione in discesa della racchetta e la posizione del polso.
Il fatto che a un certo punto della sua carriera il suo gioco da fondocampo divenne debole, in senso relativo e nei confronti di altri giocatori come Ivan Lendl, e non in grado di sostenere scambi prolungati a velocità più sostenute fu dovuto credo ad alcuni aspetti tecnici dell'esecuzione.

Apertura ed esecuzione con oscillazione
pendolare
Dopo la finale del 1984 al Roland Garros persa contro Ivan Lendl dopo essere stato in vantaggio per 63, 62,, forse anche a causa di una condizione psicologica diversa, l’evidenza di una maggiore precarietà dei colpi da fondo di John McEnroe divenne più palese. Il tutto risalta maggiormente sulla terra battuta perché su questa superficie, ed in generale su quelle più lente, una mancanza di incisività e spinta nei colpi da fondo campo diventa più evidente perché non si può sfruttare a pieno la velocità di palla dell’avversario che tende a rallentare e alzarsi dopo il rimbalzo. Va trovata più energia con la propria esecuzione e lo statunitense con la sua esecuzione non riusciva sempre a trovarla.

L’apertura dal basso e minore accelerazione.
Fondamentalmente McEnroe nella preparazione del dritto usava un movimento pendolare all'indietro molto simile a quello del golf e che è chiamato back swing. Non aveva una preparazione che andava il prima possibile verso l’alto, come accadeva con Ivan Lendl, Bjorn Borg, Andre Agassi o Roger Federer per tornare ai tempi di oggi, bensì portava la racchetta bassa facendola risalire mentre andava all'indietro, percorrendo con il braccio l’intero arco. Questa azione comporta sostanzialmente due problemi principali e una serie di conseguenze.

Occorre più tempo per portare la racchetta in alto per poi farla ricadere sfruttando la gravità. Finché c’è tempo sufficiente il movimento si fermerà naturalmente risalendo, proprio come un pendolo che si ferma quando risale per poi tornare giù, ma nelle occasioni di gioco in cui c’è poco tempo a disposizione il giocatore è costretto a fermare il braccio per poi riportarlo in avanti per colpire prima che raggiunga il punto in cui si ferma naturalmente senza contrazione muscolare. In questo modo lo sforzo per fermare il braccio rischia di rendere il colpo aritmico aumentando i margini di errore, inoltre, nella fase di accelerazione, siccome l’ascesa della racchetta è stata fermata prima dell’apice il sistema racchetta braccio accumula meno energia potenziale gravitazionale di quella che avrebbe acquisito partendo da un punto più alto. In fase di discesa pertanto l’energia cinetica è minore. Il colpo rischia di essere più un colpo di opposizione piuttosto che un’esecuzione che conferisce energia, la quale pertanto dovrà essere ricercata con una più marcata azione muscolare di accelerazione in avanti.

Si potrebbe obiettare che sull'erba che si ha meno tempo per gestire questo tipo di apertura ed è vero, però è altrettanto acclarato che sull'erba anche un colpo di pura opposizione, con poca accelerazione, addirittura bloccato, giocato di precisione, sfruttando la velocità della palla in arrivo e i rimbalzi bassi può essere molto insidioso. Queste condizioni non si verificano sulla terra battuta, dove è necessario imprimere più energia alla palla affinché questa abbia velocità e rotazioni sufficienti per un gioco in grado di mettere in difficoltà il proprio avversario, soprattutto ad alti livelli.

Alla lunga una serie di colpi giocati con poca accelerazione mettono in una condizione di svantaggio il giocatore che li esegue, il quale è sempre costretto a giocare quasi in recupero, schiacciato dalla pressione del gioco del proprio avversario. La sensazione che John McEnroe giocasse sempre sul filo del rasoio dalla linea di fondo con una precarietà palpabile, sui campi lenti, è dovuta, ritengo, anche queste caratteristiche intrinseche di esecuzione.

Se osserviamo le immagini del video in cui l’americano colpisce alcuni dritti possiamo notare con chiarezza che l’azione del braccio è a un singolo pendolo, sia in fase di preparazione che di esecuzione in avanti. Rimane ancora più facile osservarlo perché la tecnica degli anni ‘60 e ‘70 non prevedeva l’uso del polso al novanta gradi. In questo modo vi è una minore necessità di rilascio delle articolazioni e della rotazione dell’avambraccio in chiusura del colpo, movimenti che a velocità naturale potrebbero trarre in inganno un osservatore. Infatti il polso di John è in linea con l’avambraccio, non si vede nessun grado di angolo, e il braccio viene mosso dall'altezza della spalla come se fosse un unico elemento racchetta compresa.

Questo consente all'americano di mantenere un alto livello di efficacia dei colpi e ridurre il numero degli errori,  perché utilizza la massa del braccio racchetta e tutto il raggio disponibile.
Con il polso in linea, però,  McEnroe perde la possibilità di impattare la palla un po’ più avanti rispetto al corpo, anche se conserva comunque ampi margini per esecuzioni efficaci, perché l’arco che compie il braccio rimane comunque molto ampio.

Roger Federer
Apertura più alta. Carica di energia gravitazionale potenziale.
Il dritto di John McErnoe è comunque un ottimo colpo, colpito a un pendolo, con l’esecuzione del polso in linea con l'avambraccio come nella “vecchia” scuola. Ha permesso allo statunitense di raccogliere molti successi ma alcune sue criticità hanno precluso al giocatore di essere competitivo sulle superfici più lente e soprattutto gli hanno impedito di avere un gioco da fondo campo che potesse meglio sostenere il suo gioco al volo. Le abilità di impatto e di coordinazione del giocatore hanno sopperito agli aspetti tecnici meno efficaci ma non hanno potuto fare tutto. Questo è stato uno dei motivi per cui John pagò dazio davanti al gioco più solido da fondo campo del suo rivale Ivan Lendl, che ha chiuso la sua carriera con otto vittorie slam, una in più dello statunitense.

Le parole di John riferite ad Andre Agassi rivelano quello che, oltre a un passaggio generazionale è stato anche un passaggio tecnico esecutivo, prima solo intuito da alcuni giocatori, e poi forse definitivo.
“Non ho mai giocato contro nessun giocatore che colpisca la palla così forte, così spesso e in maniera così accurata”. Disse John del Kid di Las Vegas.

Le qualità coordinative, le abilità di gestione dei movimenti sul campo, la destrezza e la competenza tattica di McEnroe sono maggiormente esaltate se consideriamo che è riuscito a rimanere ad altissimi livelli nel passaggio tra due “ere” tennistiche in cui il cambio di attrezzatura, dalle racchette di legno a quelle in grafite, consentì il definitivo cambiamento tecnico esecutivo.

P.s. In merito al diritto di Ivan Lendl dal filmato si vede che nella fase iniziale dell’apertura anche lui tende a portare la racchetta verso il basso ma poi con la propria azione il cecoslovacco alza il braccio ed il gomito in modo da portare il prima possibile la racchetta in un punto più alto da cui poter ridiscendere.

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